Studio Odontoiatrico di Latina

La Sterilizzazione degli Strumenti Operativi


In uno studio dentistico la possibilità di infezioni e contaminazioni è molto alto; la mucosa buccale infatti può essere facilmente veicolo di malattie e se non si opera in condizioni di sterilità e non si seguono corrette procedure di disinfezione e sterilizzazione vi può essere il rischio di contagio per il dentista stesso oltre che per gli altri pazienti.

Una prima accortezza per l'odontoiatra è l'utilizzo di guanti protettivi e di materiali monouso oltre che l'accurata disinfezione di tutte le superfici di appoggio. Per tutti i presidi che ovviamente devono essere riutilizzabili si devono seguire specifiche norme per l'igiene e la sterilizzazione di queste apparecchiature.

Per definizione si può parlare di sterilità quando il SAL (livello di sicurezza di sterilità) è minore di 10-6, cioè quando nel materiale sottoposto a sterilizzazione la probabilità di trovare un microrganismo è inferiore a 1 su un milione.

Il protocollo di sterilizzazione deve essere seguito rigidamente, non si può modificare né saltare nessun passaggio e consiste in un trattamento iniziale con liquidi e disinfettanti in una vasca ad ultrasuoni, seguito da un lavaggio manuale, dall'asciugatura, il confezionamento ed infine il trattamento in autoclave e lo stoccaggio. Il metodo di sterilizzazione più diffuso è l'autoclave che permette di avere un'ottima resa con costi limitati e con un facile utilizzo.

Il meccanismo di funzionamento è molto semplice: basta pensare ad una comune pentola a pressione; il principio su cui queste si basano, infatti, è che alla pressione di 1 atm l'acqua bolle a 100°C, ma aumentando la pressione l'ebollizione avverrà a temperature più alte; nell'autoclave questo permette la distruzione di tutti gli agenti patogeni in tempi più brevi. Solitamente si scelgono cicli da 15 minuti a 135°C alla pressione di 2 atm.

Per la sterilizzazione tutto il materiale deve venire a contatto per un certo tempo con il vapore, quindi è importante controllare che non siano rimaste sacche d'aria nell'autoclave e disporre adeguatamente i materiali da sterilizzare. Ad intervalli regolari verrà controllato, mediante test, che il processo di sterilizzazione avvenga correttamente e che l'autoclave funzioni correttamente.

A questo punto il materiale correttamente imballato e stoccato è sterile per un periodo che va dai 28 ai 60 giorni.

La Sicurezza del Paziente

Pulsossimetro

In uno studio dentistico la sicurezza dei pazienti è fondamentale; la scarsa incidenza di emergenze in odontoiatria non deve infatti esimere il dentista dalla ricerca di metodi che impediscano l'insorgere di possibili complicazioni. Uno strumento utile sia per i casi di emergenza che per la prevenzione e la diagnostica è il pulsiossimetro, un apparecchio di facile utilizzo, che non comporta nessun fastidio al paziente ma che permette di controllare le principali funzioni vitali conoscendo in tempo reale:

  • La frequenza cardiaca
  • La saturazione dell'ossigeno
  • L'indice di perfusione
  • La curva pletismografica

Il funzionamento è molto semplice: un sensore viene applicato su un dito e durante tutta la durata della visita il dentista può monitorare costantemente le condizioni del paziente senza che ci sia alcun intralcio nel suo lavoro.

Durante un intervento odontoiatrico, specialmente se effettuato in sedazione profonda, una delle complicazioni possibili è l'ipossia, che può essere valutata dal pulsiossimetro controllando la saturazione dell'ossigeno, ovvero la percentuale di ossiemoglobina rispetto all'emoglobina totale. Valori di saturazione dell'ossigeno compresi tra il 100 e il 94% sono normali; al di sotto di questo valore si è invece in presenza di ipossia, che deve essere repentinamente trattata.

Anche in sedute odontoiatriche più semplici utilizzare il pulsiossimetro è un'accortezza che permette al dentista di lavorare con più tranquillità e garantisce una totale sicurezza al paziente che sa di essere curato con le migliori tecnologie e strumentazioni.

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